La gestione oculata della propria situazione previdenziale è di vitale importanza per costruire un futuro finanziariamente sereno, in particolare nella fase della vita in cui non si sarà più in grado di produrre reddito in autonomia. Uno dei metodi più efficaci per garantire una pensione adeguata è l’adesione a un fondo pensione complementare.
Proprio con tale obiettivo, le parti sociali del Gruppo FS e Gruppo ANAS hanno previsto l’adesione contrattuale al Fondo Eurofer.
Secondo tale accordo, tutti i lavoratori dipendenti a cui viene applicato il contratto collettivo di riferimento sono iscritti automaticamente al Fondo con il contestuale versamento al Fondo stesso di un contributo a carico del datore di lavoro pari a 100 euro all’anno per il Gruppo FS e l’1% della retribuzione utile ai fini del calcolo del TFR per il lavoratori del Gruppo ANAS.
Tale automatismo non viola però il principio di volontarietà dell’adesione a un fondo pensione. Il lavoratore iscritto contrattualmente, infatti, non è obbligato a versare una contribuzione a proprio carico e il TFR continua a rimanere in azienda.
In qualsiasi momento l’iscritto contrattuale ha la facoltà di convertire l’adesione contrattuale in adesione esplicita o “piena”, iniziando a versare a Eurofer il TFR e, in caso di attivazione del contributo a proprio carico previsto dal contratto, otterrà anche il versamento totale della quota a carico del datore di lavoro.
L’adesione contrattuale, va chiarito, non ha l’obiettivo di costruire una posizione previdenziale per il lavoratore. Il livello di contribuzione contrattuale prevista è insufficiente a raggiungere un copertura previdenziale adeguata. Lo scopo, invece, è principalmente diffondere cultura previdenziale e far conoscere il fondo e i suoi vantaggi a tutti i lavoratori, che nel tempo potranno valutare al meglio se e quando attivare l’adesione esplicita.
Ma quali sono i vantaggi dell’adesione “piena”? A cosa stanno rinunciando gli iscritti contrattuali che non hanno ancora optato per l’adesione esplicita? Vediamolo, con un esempio concreto.
I vantaggi dell’adesione esplicita e gli svantaggi di quella contrattuale
L’iscritto contrattuale, in prima istanza, rinuncia al contributo a carico del datore di lavoro (2% della retribuzione per il Gruppo FS, 1% per il Gruppo ANAS).
Il datore di lavoro attiverà il versamento a proprio carico, nel caso in cui il lavoratore, dopo aver attivato l’adesione esplicita, decida di versare anche la contribuzione a proprio carico, prevista dal contratto.
Il secondo vantaggio è di carattere fiscale. Le contribuzioni volontarie al fondo (a carico lavoratore e datore di lavoro) sono deducibili fiscalmente. In pratica, almeno il 23% di quste somme torna “nelle tasche” del lavoratore grazie a una riduzione delle imposte pagate. Inoltre, al momento della prestazione le imposte che si pagheranno sulla posizione saranno molto basse: queste, infatti, potranno variare da un massimo del 15% fino a un minimo del 9% in funzione degli anni di iscrizione.
Infine, il TFR lasciato in azienda subisce una tassazione molto più elevata delle stesse somme versate nel fondo pensione: questo in quanto è soggetto a una tassazione separata, parametrata alle aliquote IRPEF generalmente pagate dal lavoratore (quindi dal 23% in su) mentre, come accennato in precedenza, anche le quote TFR destinate al fondo subiranno una tassazione massima del 15%.
Facciamo i conti: mettiamo a confronto un iscritto contrattuale con uno esplicito.
Per comprendere meglio l’impatto di un’adesione contrattuale rispetto a un’adesione esplicita, consideriamo un esempio numerico. Supponiamo che un lavoratore del Gruppo FS con una RAL annua di € 35.000 aderisca al Fondo Eurofer tramite l’accordo contrattuale e mantenga questa posizione per quindici anni, continuando ad accumulare il TFR presso il datore di lavoro.
Per confronto, immaginiamo che un altro lavoratore, con le stesse caratteristiche, aderisca esplicitamente al Fondo Pensione Eurofer.
Mentre il primo lavoratore ottiene solo 100 euro all’anno dal datore di lavoro, il secondo versa ogni anno tutto il TFR e ottiene un’ulteriore contribuzione del 2% della retribuzione.
Nell’esempio che segue non terremo conto della contribuzione a carico del lavoratore, di fatto sottostimando le risorse finali che saranno accumulate.
Si ipotizza un tasso di inflazione futuro del 2%, da cui deriva una rivalutazione del TFR in azienda del 3%. Ipotizziamo poi un pari rendimento per il fondo pensione, tenendo comunque conto dei costi di Fondo Eurofer e del suo comparto Garantito, dove vengono iscritti in automatico i contratti del Gruppo FS. La retribuzione del lavoratore cresce ogni anno in media dell’1% oltre l’inflazione.
I contributi al fondo pensione si rivalutano quindi al 3%, meno i costi annuali del fondo e le imposte sui rendimenti, mentre il TFR in azienda si rivaluta del 3% meno le imposte del 17%.
Al termine della fase di accumulo, i contributi versati al fondo pensione pagheranno un’imposta del 15%, mentre il TFR in azienda subirà un’imposizione separata che in via prudenziale abbiamo calcolato al 24,61%, considerando l’evoluzione della retribuzione del lavoratore.
La tabella seguente mostra la differenza di valore delle risorse finali accumulate presso il fondo pensione in caso di adesione esplicita e quelle residue se si mantenesse un’adesione contrattuale lasciando il TFR in azienda.
Come si vede, questa seconda opzione equivale a rinunciare a circa il 26% di risorse disponibili e tale divario aumenta all’aumentare dell’orizzonte temporale, grazie soprattutto ai maggiori vantaggi fiscali che si sviluppano restando nella previdenza complementare.
Adesione contrattuale | Adesione piena | ||||
Eurofer | Azienda | Totale | Eurofer | ||
Contributo ordinario datore | € – | € – | € – | €13.038 | |
Contributo contrattuale datore | €1.500 | € – | €1.500 | €1.500 | |
Contributo TFR | € – | €45.047 | €45.047 | €45.047 | |
Totale contributi | €1.500 | €45.047 | €46.547 | €59.586 | |
Rendimenti | €283 | € – | €283 | €9.664 | |
Rivalut. TFR azienda | € – | €9.359 | €9.359 | € – | |
Montante finale | €1.783 | €54.406 | €56.189 | €69.250 | |
Imposte finali | €225 | €11.084 | €11.309 | €8.938 | |
Risorse finali | €1.558 | €43.322 | €44.880 | €60.312 | |
Risorse finali senza inflazione | €1.154 | €32.189 | €33.343 | €44.813 |