Gli ultimi trent’anni sono stati a dir poco turbolenti, se si guarda l’evoluzione del sistema previdenziale italiano. Un soggetto che ha iniziato a lavorare alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso poteva immaginare di essere, oggi, in pensione, con una rendita più che dignitosa. Tuttavia, il susseguirsi delle riforme a partire da quella del governo Amato nel 1992 fino all’ultima più importante, conosciuta come Riforma Fornero del 2011, a cui si sono seguiti aggiustamenti e misure temporanee praticamente ogni anno, hanno profondamente cambiato le prospettive per il nostro povero lavoratore, che dal vedersi oggi in pensione si trova a dover attendere ancora molti anni, con una copertura che difficilmente sarà migliore di quella che si attendeva da giovane, pur dovendo lavorare molto di più.
Se volessimo vedere il percorso previdenziale come un investimento, in cui i contributi versati sono i capitali investiti e la pensione finale la prestazione frutto dei rendimenti ottenuti, possiamo tranquillamente dire che si è trattato di un investimento altamente rischioso, dove i risultati finali effettivi sono molto diversi da quelli attesi. Questo rischio, che non deriva dall’andamento dei mercati finanziari ma dalla possibilità che la normativa che regola il funzionamento della previdenza cambi anche in modo drastico, viene definito rischio politico.
Sebbene anche i fondi pensione siano a loro volta soggetti a una normativa che può influire sulla loro convenienza, mostrano una sensibilità molto più contenuta al rischio politico: la prestazione finale, infatti, dipende in misura maggiore dai livelli contributivi e dalla redditività degli investimenti. Si tratta quindi di rischi diversi rispetto a quelli a cui deve far fronte la previdenza pubblica, che è particolarmente influenzata dall’andamento demografico e dal mercato del lavoro.
I nostri nonni dicevano “Non mettere tutte le uova nello stesso paniere!” Se quel paniere, infatti, cade, si rischia di perdere tutte le uova e non aver nulla da mangiare. Se invece le uova si distribuiscono su panieri più piccoli, si riduce il rischio che tutti i panieri cadano e quindi si aumenta la probabilità di avere abbastanza uova. Allo stesso modo, quando si pensa alla copertura previdenziale, è consigliabile non affidarsi a una sola fonte di rischio (la previdenza pubblica), ma utilizzare anche uno strumento come il fondo pensione che segue regole e meccanismi di funzionamento che lo rendono sensibile a rischi diversi.
Se non ci fossero state le riforme previdenziali, il soggetto che ha iniziato a lavorare alla fine degli anni ‘80, avrebbe avuto un accesso al pensionamento anche prima dei sessant’anni, con circa trentacinque anni di contribuzione, che assicuravano un importo di pensione intorno al 70% delle ultime retribuzioni.
Con le nuove regole, l’età minima di pensionamento si è alzata sempre di più e il passaggio a un calcolo contributivo della rendita ha ridotto il livello pensionistico a parità di contribuzione. Probabilmente i lavoratori avranno una pensione analoga o non troppo inferiore a quella che poteva attendersi con il vecchio sistema, ma potranno accedervi a un’età molto più elevata, di circa sessantasette anni, e con più di quarant’anni di lavoro. Inoltre, se la sua carriera lavorativa è stata discontinua, presentando buchi contributivi, ci si può attendere una copertura molto più ridotta.
Con queste premesse, avere un fondo pensione come Eurofer diventa sempre più importante, perché consente di risparmiare facilmente, costruendosi una copertura complementare a quella assicurata dal primo pilastro pubblico. Copertura che sarà fondamentale per far fronte alle maggiori necessità del futuro pensionato, che avrà un’età ormai avanzata. Inoltre, grazie alle possibili prestazioni ante-pensionamento, il fondo pensione può essere un valido supporto per le necessità del lavoratore che non ha ancora raggiunto l’età pensionabile. Si pensi per esempio alla RITA, che consente di accedere alle risorse accumulate nel fondo tramite un pagamento periodico negli anni precedenti al compimento dell’età pensionabile, nel caso in cui il soggetto perda il lavoro. Una forma di tutela fondamentale per dare una serenità a chi si trova in un momento molto delicato della propria vita.
Il fondo pensione ha diversi altri elementi che lo rendono lo strumento adatto a costruire un futuro previdenziale, a partire da una normativa che comporta una forte tutela per il lavoratore, fino ai vantaggi fiscali e alla possibilità di ottenere somme a carico del datore di lavoro, diversamente non disponibili.
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